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L’attestazione del nome di Arsenale
«Exemplum cuiusdam concessionis facte priori et fratribus monasterii Sancti Danielis de lacu cum suis confinibus et pertinenciis per episcopum et capitulum ecclesie Castellane».
1220, 11 aprile
Commemoriali, libro II, cc. 179r-179v
Con atto datato 11 aprile 1220 Marco Nicola vescovo di Castello e i canonici concessero ad Alberto, priore del monastero benedettino di San Daniele di Castello, un lago esistente «in confinio Sancti Petri de Castello» («totum ipsum lacum in confinio Sancti Petri de Castello positum»), confinante «partim in arsena».
Il documento, integralmente pubblicato da F. Ughelli nel tomo V di Italia sacra (cfr. ed. 1720, coll. 1255-1256, «cuius exemplar in canonicorum patriarchalium archivo invenimus»), è trascritto nei Commemoriali, libro II, cc. 179r-179v, come «exemplum cuiusdam concessionis facte priori et fratribus monasterii Sancti Danielis de lacu cum suis confinibus et pertinenciis per episcopum et capitulum ecclesie Castellane». Il medesimo «lacus», ossia il lago di San Daniele, fu in seguito, nel 1325, ceduto dai monaci di San Daniele al Comune veneziano, cosicché si rese possibile procedere a un’estensione dei cantieri navali.
Il documento del 1220 contiene, a quanto asserito dagli studiosi, la prima citazione («arsena») del nome di un’area, quella dell’Arsenale, destinata a essere così determinante e cruciale per le vicende veneziane, per le costruzioni navali e per l’intera vita marittima della Serenissima. Essa venne fatta oggetto di successivi e ripetuti ampliamenti, e rimase per secoli a testimoniare una «complessa articolazione della filiera manifatturiera, delle tecniche, delle arti insediate riconducibili alla costruzione navale e alla produzione bellica necessaria per esercitare e mantenere una prolungata egemonia sul mare». L’Arsenale veneziano, divenuto presto famoso in tutta Europa, serbò infatti le sue funzioni di cantiere navale, ma anche di costruttore di armi e in genere di manufatti utili alla navigazione, fino a buona parte del sec. XX, in una continuità di funzioni artigianali e industriali di grande rilievo.
AP
Biblio.: Bellavitis 1983, p. 268; Concina 1984, p. 9; Ventrice 2013.