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LE ISTITUZIONI VENEZIANE

Decine e decine di pubblicazioni di ogni epoca si sono dedicate alla ricostruzione e alla descrizione, più o meno analitica, del quadro politico-istituzionale della Repubblica veneziana, dai tempi più remoti sino all’estinzione della medesima nel 1797. Un profilo descrittivo completo è stato fornito dalle guide dell’Archivio di Stato, che a cura di Andrea Da Mosto nel 1937-1940 e di Maria Francesca Tiepolo nel 1994 hanno prodotto una rassegna più che esauriente dei consilia e degli officia della Serenissima. Il frutto di quell’analisi è stato quindi recepito e messo a disposizione online all’interno dei successivi sistemi informativi del medesimo Archivio, che dettagliano ogni fondo archivistico conservato. Secondo la tradizionale distinzione, elaborata da Roberto Cessi e altri autori, consilia erano gli organi dotati di competenza legislativa, esercitata in virtù di un potere sovrano (tra essi, rilevavano principalmente il Maggior consiglio, il Senato, il Consiglio di dieci, le Quarantie, il Collegio); officia invece erano quelli che esercitavano funzioni esecutive, specie nell’ordine amministrativo e giudiziario. Era poi ulteriormente possibile differenziare gli officia de intus, aventi sede in città (e a loro volta inquadrati come uffici di Palazzo – ducale – e di Rialto), e gli officia de foris o regimina (quali podesterie e rettorie), che governavano il territorio soggetto a Venezia nello Stato da terra e nello Stato da mar. In un quadro pienamente riconducibile al contesto generale d’antico regime, non sussisteva una netta distinzione tra organi finanziari, amministrativi, giurisdizionali; tali funzioni erano anzi spesso esercitate contestualmente dallo stesso soggetto. I componenti di ogni organismo erano eletti in via esclusiva tra il patriziato veneziano, unico detentore della sovranità statuale, nell’ambito di quella che si definiva come «giustizia distributiva». A incarnare in forma pubblica il profilo della maestà dello Stato era il Doge, che nella sua veste di primo magistrato della Repubblica – ben lungi dall’essere un sovrano assoluto – era nominato a vita dopo una complessa procedura elettorale e presiedeva, affiancato dai suoi Consiglieri, tutti i Consigli. Le schede che seguono propongono, tramite una selezione di documenti, una panoramica almeno per larghi cenni illustrativa del ricchissimo apparato “costituzionale” dello Stato marciano e di coloro che ne rivestivano le cariche.

Andrea Pelizza

 

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