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Il Consiglio di dieci fa proclamare l’appello a restituire la documentazione pubblica eventualmente pervenuta in mano di privati in seguito all’incendio di Palazzo Ducale del 1574
1574, 15 maggio.
Registro pergamenaceo, 245 x 360 mm
Consiglio di dieci, Deliberazioni, Comuni, reg. 31, c. 132r
La custodia degli archivi pubblici e delle carte contenutevi era considerata tra i più «gelosi oggetti» di tutela da parte della Repubblica. Si trattava infatti di atti di Stato, considerati di stretta pertinenza dei pochi responsabili che vi potevano accedere al solo fine d’ufficio, per garantire il funzionamento della macchina statuale; ai pubblici storiografi era consentito attingervi, allo scopo di esporre nelle loro opere quanto ricavavano dalle fonti, ma per ragioni di sicurezza non era ipotizzabile che le filze e i registri, prodotto dell’attività degli organi della Serenissima, potessero circolare in qualsiasi mano privata. Esauritasi l’emergenza dell’incendio, il 15 maggio 1574 il Consiglio di dieci, preposto alla sicurezza dello Stato, stabilì infatti la pena di morte per chi non avesse immediatamente reso i documenti sottratti alle fiamme quattro giorni prima: «che con l’auttorità di questo Conseglio sia fatto publice proclamar sopra le scale di San Marco et di Rialto che ciascadun, sia de che condition et qualità esser si voglia, che havesse alcuna scrittura così in carta bergamina come bombasina, libri et ogni altra sorte de scritture, che erano nel Palazzo nostro al tempo dell’incendio nuovamente seguito debba in termine de giorni tre dopo fatto esso proclama appresentar il tutto all’officio delli Capi del detto Conseglio, sotto pena della vita, et che alla medesma pena caschino tutti quelli che al presente sapessero overo nell’avvenir saperanno che in alcun luogo, et appresso di alcuno si trovino delle scritture sopradette, et non lo veniranno a palesar all’officio sopradetto in termine di un giorno dopo che l’haveranno saputo, la qual pena serà inviolabilmente mandata ad essecution contra l’inobedienti all’ordine et mandato del ditto Conseglio».
AP
Biblio.: Il Palazzo Ducale di Venezia 1853, p. 132; Cadorin, Pareri di XV architetti 1838, pp. 169-174; Lorenzi 1868, p. 382, 385.
