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ZECCA E MONETAZIONE
In epoca altomedievale, il diritto di battere moneta si configurava come uno dei fondamentali attributi della sovranità regia e imperiale, i cosiddetti regalia. In questo senso, pare che Venezia fosse già dotata di tale peculiarità nei secoli antecedenti il Mille, ma sicuramente la sua Zecca fu attiva su larga scala soprattutto a partire dal XII secolo, e soprattutto nel successivo, quando le monete veneziane si diffusero ovunque, in Oriente come in Occidente, ad accompagnare l’estendersi della rete di traffici facenti capo alla Laguna.
La coniazione avveniva nella pubblica Zecca, anticamente esistente nel nucleo rivoaltino della città, e verso la fine del Duecento trasferita nel cuore del potere politico marciano, a San Marco, accanto allo stesso Palazzo Ducale.
In epoca rinascimentale, l’importanza fondamentale della pratica di monetazione fu ribadita dalla nuova edificazione, in splendide forme, dell’edificio destinato al conio: della rifabbrica fu infatti incaricato il famoso architetto fiorentino Jacopo Sansovino, che in questo modo connotò, con un edificio che nella maestosità rispecchia le severe funzioni ospitatevi, l’intero contesto del Bacino di San Marco. Sovrintendeva alle «gelosissime» attività della Zecca un complesso di magistrature, attente a evitare ogni forma di abuso in un settore così delicato.
Andrea Pelizza