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Le fraterne per il sollievo dei poveri. «Capitoli, ordini, e parti della Congregazione de’ poveri infermi della contrada di Santi Apostoli»

Introduzione. «Della qualità dei fratelli», «Del convenire, e ragionare»

1563, 18 ottobre. Venezia.

Fraterne dei poveri o per il sollievo dei poveri, busta 9. Il capitolare, copia del 1752, fa parte del «Catastico della Fraterna dei Santi. Apostoli»

Il 18 ottobre 1563 un gruppo di parrocchiani devoti scrisse questi capitoli per una «Congregazione de’ poveri infermi della contrada di Santi Apostoli», nel sestiere popolare di Cannaregio, secondo quanto riferito dagli eredi settecenteschi di tale associazione, i quali copiarono lo statuto originale ormai perduto. Gli ordini della Congregazione, posta sotto la protezione della SS. Trinità e della Vergine Maria, erano stati «fondati anco in essecuzione» delle disposizioni del Senato dell’aprile 1529 e dei Provveditori alla sanità del febbraio 1545. Nei decenni dal 1520 al 1550 si ebbe nell’Europa occidentale la prima riforma importante del sistema di assistenza attraverso un rilevante sviluppo della legislazione sociale, una riforma caratterizzata da una notevole identità di fini e di metodi, che interessò anche il governo veneziano, come testimoniato dalle due norme citate dal capitolare della Congregazione. Nel quadro di tale riforma dell’assistenza, tra Cinquecento e Seicento vennero istituite in alcune parrocchie veneziane delle «congregazioni dei poveri infermi» a guida mista laica ed ecclesiastica, sotto il controllo dei Provveditori alla sanità, le quali avevano per finalità l’assistenza morale, sanitaria ed economica a domicilio dei poveri e delle famiglie più bisognose, grazie alla raccolta e redistribuzione delle elemosine elargite dai benestanti della parrocchia ai loro vicini più poveri, ai mendicanti, agli ammalati e ai poveri «vergognosi» (persone un tempo appartenute ai ceti benestanti, alle quali un senso di vergogna per il loro stato di decadenza impediva di chiedere aiuto pubblicamente). Tra i membri della Congregazione (ogni fratello dev’essere, specifica il capitolare del 1563, «persona timorosa di Dio, amorevole, e ben qualificata di grazie spirituali, pronta e volenterosa»), un ruolo importante era svolto dai due «visitatori», eletti ogni mese, i quali dovevano «visitare li poveri infermi con carità, allegri e mansueti». Oltre a rivolgersi alla salute spirituale dei poveri ammalati e delle loro famiglie, i visitatori fornivano assistenza materiale, distribuendo agli infermi pane, carne, legna e denaro, oltre che medicine. Rispetto alle altre organizzazioni assistenziali già esistenti (come ospedali e scuole grandi), la Congregazione si poneva come loro completamento, anche se a livello parrocchiale e non cittadino, senza sovrapporsi a esse, ma sopperendo alle loro carenze. Il capitolare ricorda infatti ai visitatori di non «dar sussidio a coloro che per altre vie aver lo possono», e stabiliva che «se visiteranno qualche infermo di malatia incurabile lo faranno saper alla congregazione, la qual potrà operar che sia tolto in qualche ospitale e questo per non indebellire le forze della congregazione». Nei decenni seguenti, l’esempio delle attività svolte dai confratelli della congregazione dei poveri infermi dei Santi Apostoli fu seguito da altre parrocchie, che istituirono analoghe congregazioni: basti ricordare, sempre a Cannaregio, San Canciano nel 1576, Santa Sofia nel 1602, e San Marcuola nel 1608; nel sestiere San Marco, San Salvador nel 1605. In particolare, la congregazione istituita a Santa Sofia estese per la prima volta i compiti assistenziali dei confratelli a coloro i quali, pur non essendo in cattive condizioni di salute, si trovavano comunque in difficoltà economica.

PPDM

Fraterne dei poveri o per il sollievo dei poveri, busta 9

 


Biblio.: Pullan 1982, pp. 259-305; Vianello 2000, pp. 277-290; Woolf 1988, pp. 25-33.

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