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L’esodo della popolazione veneziana dopo Caporetto
Il censimento generale del 1. dicembre 1921 della popolazione di Venezia, 1923
Biblioteca, D 368
Nel 1911, secondo il censimento ufficiale, la popolazione della città di Venezia – allora limitata, ovviamente, al centro insulare – toccava i 148mila abitanti. L’area era evidentemente sovrappopolata, come ripetevano costantemente le autorità locali nei loro rapporti, temendo le ripercussioni di carattere igienico-sanitario che ciò poteva comportare, viste anche le miserevoli condizioni economiche di non piccola parte dei cittadini. Nel corso della Prima guerra mondiale i veneziani dovettero inoltre affrontare una gravissima prova, che nessuno, quando nel maggio 1915 l’Italia era entrata nel conflitto, avrebbe saputo immaginare. Dopo lo sfondamento austro-tedesco a Caporetto nell’ottobre 1917, lo sbandamento e la dissoluzione di molte unità dell’esercito italiano fecero infatti credere possibile e imminente una rovinosa avanzata del nemico nel cuore del territorio padano. Il 15 novembre il presidente del Consiglio, il comandante di Piazza marittima, il prefetto e le autorità cittadine decisero pertanto lo sfollamento progressivo di Venezia, poiché appariva ormai problematico difenderla dai bombardamenti e approvvigionarla. Di conseguenza, in pochi mesi e nel pieno della stagione invernale la popolazione fu evacuata – in parte fuggendo a proprie spese, in parte assistita a spese pubbliche – e scese da 113.941 abitanti ai 40.263 registrati nella primavera 1918.
AP
Biblio.: Censimento generale, pp. 15-21; Bianchi 2002; Bosworth 2014.