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La scomparsa dell’Arengo
1423, 7 aprile
Registro pergamenaceo, 300 x 420 mm
Maggior Consiglio, Deliberazioni, reg. 22 «Ursa», c. 56r
L’evoluzione completatasi nel 1462 aveva già trovato un preliminare riscontro circa quarant’anni prima, nel 1423. Cogliendo – come sovente accadde nella storia istituzionale veneziana – l’occasione della morte di un Doge e del conseguente rinnovamento dello strumento della promissione per operare un significativo mutamento “costituzionale”, allo spirare di Tommaso Mocenigo il Maggior consiglio aveva stabilito infatti che l’Arengo, organo di rappresentanza popolare di origine assai remota, dovesse da quel momento completamente cessare ogni attività. Con deliberazione del 7 aprile di quell’anno, infatti, debitamente riportata nel registro «Ursa», fu deciso che l’Arengo non venisse più convocato e che il medesimo Maggior consiglio, nel quale sedevano, dopo la “serrata” del 1297, i soli esponenti delle case patrizie, lo dovesse completamente surrogare nelle decisioni in precedenza a esso riservate. Il successore di Mocenigo sarebbe stato uno dei dogi più significativi nella storia veneziana, ossia Francesco Foscari: nel corso del suo dogado Venezia, in un susseguirsi pressoché costante di combattimenti, avrebbe vissuto la fase della più ampia espansione territoriale in ambito padano.
AP
Biblio.: Cracco 1992; Caravale 1997.
