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Parte approvata in Consilium Sapientum guerre disponente la riduzione in pubblica forma per modum subventionis del testamento autografo di Maffeo Doto
1380, 19 aprile. Venezia
Registro pergamenaceo, mm. 308 x 406
Senato, Deliberazioni miste, reg. 36, c. 88v.
Su richiesta di Tommaso Minotto e Giovanni Rizzo, esecutori testamenti di Maffeo Doto, il Consilium Sapientum guerre, non potendo il notaio Fantino Rizzo «reduci et compleri in formam publicam», ovvero pubblicare, il suo testamento autografo (cedula) a causa della morte di due dei tre testimoni a suo tempo presenti alla consegna della sua manifestazione di ultima volontà al notaio, «tunc ecclesie Sancti Bartholomei presbiter et notarius et nunc Venetiarum cancellarius», e dell’assenza del terzo, lontano «in remotis partibus», e quindi mandarne ad effetto le intenzioni, una volta ottenuto il parere favorevole dei due cancellieri ducali («intellecta responsione duorum cancellariorum, videlicet plebani Sancti Gervasii et plebani Sancti Heustachii»), dispone la redazione in formam publicam dell’imbreviatura, della quale il notaio Rizzo aveva raccolto le «preces, per modum subventionis, auctoritate domini ducis suorumque minoris et sapientum consiliorum». Per usare una terminologia più affine a quella dei nostri giorni, il Consilium Sapientum guerre ne autorizza la pubblicazione proprio al fine di dare esecuzione alla manifestazione di ultima volontà di Maffeo Doto, “debole” per forza di cose, tutelandone semmai la sostanza più che la forma, e venendo così incontro – appunto per modum subventionis – a una necessità cui la rigida osservanza delle formalità previste dalla normativa ordinaria non avrebbe potuto dare adeguata risposta. Storicamente ci troviamo nella fase più critica della guerra di Chioggia, strenuamente combattuta tra Venezia e Genova, e il Consilium Sapientum guerre si è di fatto sovrapposto, quanto a funzioni espletate, al Pregadi; nondimeno le registrazioni delle deliberazioni sottoposte alla sua approvazione sono di massima trascritte nel registro n. 36 delle deliberazioni “miste” del Consilium Rogatorum.
FR
Biblio.: Ferro 1847, II, p. 787.
