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La festa della Madonna della Salute. Il voto pubblico
1630, 22 ottobre
Senato, Deliberazioni, Terra, reg. 104, c. 63v
Tra le ricorrenze più sentite dai veneziani, e tra le più care al cuore della città, si annovera sicuramente la festa della Madonna della Salute, che da quasi quattro secoli si officia il 21 novembre di ogni anno. Anche chi non è particolarmente religioso, infatti, riconosce la profonda e sincera radice di questa celebrazione, che trova origine in una drammatica circostanza vissuta da Venezia. Nel giugno del 1630, infatti, il marchese Alessandro Striggio jr. – famoso letterato e musicista, nonché librettista per Claudio Monteverdi –, essendo stato incaricato dal duca di Mantova di condurre negoziati politici e militari con l’alleata Repubblica, giunse a Venezia. Purtroppo era già malato di peste, e pare che sia stato il primo a introdurla in città. Subito il contagio dilagò, provocando un susseguirsi di decessi e il diffondersi del panico: nel corso dell’estate, circa 24.000 persone abbandonarono precipitosamente la città per il terrore della malattia. Con l’arrivo dell’autunno il numero delle morti crebbe a dismisura. Le autorità marciane allora si rifecero al voto fatto al Redentore durante l’epidemia del 1576, e il 22 ottobre 1630 decretarono di richiedere l’intercessione della vergine Maria, stabilendo l’erezione a spese pubbliche di una chiesa: «Si debba dal serenissimo prencipe per nome publico far voto sollenne a sua divina maestà di eriger in questa città et dedicar una chiesa alla Vergine santissima, intitolandola Santa Maria della Salute, et che ogni anno nel giorno che questa città sarà publicata libera dal presente male sua serenità et li successori suoi anderanno sollenemente col Senato a visitar la medesima chiesa, a perpetua gratitudine di tanto benefitio». Il successivo 26 ottobre, di conseguenza, il doge Nicolò Contarini si recò con gran pompa e numeroso seguito in chiesa di San Marco e fece «humilmente voto di fabricar una chiesa dedicata al suo [della Madonna] santo nome» (Collegio, Cerimoniali, reg. 3, c. 85v).
AP
