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Testamento di Rosalba Carriera
1756, 19 dicembre. Venezia
due bifogli, mm. 200 x 287 piegati; involucro mm. 393 x 286
Notarile, Testamenti, b. 501, test. 340
L'artista, ormai anziana, consegna al notaio Ludovico Gabrieli una cedola «scritta d'aliena mano» e il rogante precisa nel verbale che Rosalba «l'ha nel fine, nel miglior modo ha potuto, stante esser priva delle vista, sottoscritta».
Lascia il patrimonio, non cospicuo, ma comunque considerevole, alla sorella e ad altri parenti, oltre che per l'istituzione di una mansioneria perpetua presso la chiesa di San Vio, dove ordina la propria sepoltura nell'arca di famiglia (la chiesa fu demolita nel 1813).
Nel testamento richiama anche ulteriori disposizioni scritte consegnate ai tre esecutori testamentari, cui vanno, in segno di gratitudine e ricordo, alcuni oggetti preziosi: «la mia tabacchiera di lapislazuli e oro», «la mia cortelliera di dodeci possade d'Inghilterra», un «orologio d'oro con sua catena» e, infine, «la mia lume d'argento con sua mocchetta».
La morte seguirà quattro mesi dopo.
ET
Biblio.: Gatto 1977.
