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Testamento di Antonio Canova
1822, 12 ottobre. Venezia
un bifoglio su carta bollata, mm. 189 x 265 piegato, con copia e altre carte allegate
Notarile, II serie, b. 589, prot. 1337
Nell'impossibilità di scrivere (sarebbe morto dopo sole poche ore), Canova detta le proprie ultime volontà a tre «cordialissimi amici», illustri personaggi pubblici, Francesco Aglietti, consigliere di Governo protomedico, Bartolomeo Gamba, direttore dell'Ufficio di censura di Venezia e Renato Arrigoni, segretario di Governo. Il testamento “noncupativo” viene rogato dal notaio Agostino Angeri un'ora più tardi, nella stessa casa di abitazione di Canova, ricevendo le unanimi dichiarazioni giurate dei tre. Questa forma testamentaria – di fatto senza il benché minimo intervento scritto del testatore – era resa possibile dall'art. 585 del Codice civile universale austriaco, adottato nel Regno Lombardo-Veneto a partire dal 1816. Solo pochi anni prima, in vigenza del Codice di Napoleone, non sarebbe stata ammessa.
L'artista nomina proprio erede universale il fratellastro abate Giovanni Battista Sartori Canova con «l'obbligo di continuare, compiere ed abellire in ogni sua parte, senza il menomo risparmio, e nel più breve tempo possibile il Tempio di Pozzagno, secondo le idee da me fin'ora stabilite e a lui communicate».
Conferma, altresì, alcuni legati presenti in un precedente testamento dettato a Roma, lasciando tuttavia ampia facoltà al medesimo Sartori Canova di disporre in proposito, anche con «eccezioni o alterazioni» secondo «la sua probità, il suo onore».
Oltre ai tre testi giurati, sono presenti in veste di semplici testimoni alla stesura dell'atto Leopoldo Cicognara, famoso uomo di cultura, e il “medico fisico” Paolo Zanini, verosimilmente il curante dello scultore morente.
Il tempio canoviano sarà ultimato solo nel 1830 e consacrato nel 1832 dal medesimo Sartori, frattanto diventato vescovo. Ulteriori interventi a completamento seguirono, sempre a cura del Sartori, nel 1833 (frontone) e tra il 1838 e il 1852 (scalinata e viale di accesso).
ET
Biblio.: Pavan 1975; Codice civile generale austriaco 1815; Codice di Napoleone il grande pel Regno d'Italia 1806.
