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I tedeschi a Venezia. Piante del Fondaco dei Tedeschi in Rialto
con il progetto per uffici della direzione del Lotto ed alloggi per gli impiegati della dogana
Sec. XIX
Disegno, 260 x 363 mm
Miscellanea mappe, dis. 1291
Nella Venezia tardomedievale la presenza tedesca, che si aggirava sui quattromila individui, era particolarmente cospicua. Porto e navi veneziani costituivano infatti il tramite tra l’Europa centro-settentrionale e il Levante; la comunità in senso lato germanica era dedita soprattutto al traffico di metalli (argento, oro, rame e stagno). Intorno al 1228 il Comune Veneciarum decise di affittarle stabilmente un edificio di proprietà pubblica a Rialto, nel quale potessero trovare ricetto mercanti e mercanzie, le quali dovevano essere poi smerciate per il tramite di sensali debitamente autorizzati. Si trattava del cosiddetto Fondaco (dall’arabo funduq, dal greco pandokion), che, distrutto dalle fiamme nel 1505, venne ricostruito nelle forme odierne e affrescato anche da Giorgione e Tiziano. La vigilanza sulle persone e sui traffici che vi si svolgevano venne affidata dalla metà del sec. XIII a un magistrato apposito, i tre Visdomini al Fontego dei Tedeschi, che «sorvegliavano la pesatura delle merci che vi venivano introdotte o estratte; rivedevano mensilmente le scritture dell’entrata e dell’uscita tenute dagli scrivani e dal fonticario; istruivano i processi contro i sensali che agivano nel Fondaco e li rimettevano ai consoli, che avevano giurisdizione su quelli; ricevevano la nota scritta dei contratti conclusi dai sensali con la loro intercessione; davano il permesso per lo scarico delle merci».
AP
Fonti: Il capitolare cinquecentesco dei Visdomini, che riporta documentazione dal 1329 al 1794, si conserva in ASVe, Visdomini al fontego dei tedeschi, b.1.
Biblio.: Da Mosto 1937, p. 189: Guida Generale, p. 936; Thomas 1874; Thomas 1876; Simonsfeld 1887.

