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Condizione di decima di Antonio Belzer e Corrado Feler «alemanni»
1526, 18 settembre. Venezia.
Foglio cartaceo, 206 x 225 mm
Dieci savi alle decime in Rialto, b. 24, S. Bortolomio n. 22
L’archivio dei Dieci savi alle decime in Rialto, la più importante magistratura fiscale della Serenissima, impegnata nella riscossione dell’imposta sulla proprietà immobiliare, costituisce la fonte principale per lo studio della storia della proprietà nello Stato veneto dal 1514 all’impianto del più moderno catasto napoleonico.
Il sistema di rilevazione delle proprietà e di calcolo dell’imposta si basava su dichiarazioni – dette notifiche o condizioni – che i proprietari erano tenuti a presentare all’ufficio dei Savi alle decime, sito nell’omonimo palazzo di Rialto.
Almeno due dei componenti del collegio dei Dieci savi ricevevano e sottoscrivevano le dichiarazioni, provvedendo al calcolo dell’imposta secondo una procedura detta di spedizione. Il sistema di riscossione prevedeva, poi, un rigido meccanismo di verifica e di aggiornamento dello stato patrimoniale dei possidenti negli anni che intercorrevano tra un rinnovo d’estimo – la redecima – e l’altro.
La parte più antica dell’archivio dei Dieci savi è andata distrutta nel rovinoso incendio del ponte di Rialto avvenuto nel gennaio 1514, che aveva, con ogni evidenza, colpito anche l’attigua sede del collegio, ma le carte si conservano in ottime condizioni da quell’anno in poi.
Il documento proposto è la condizione presentata da Antonio Belzer e Corrado Feler, «compagni», ovvero soci d’affari, nell’ambito del rinnovo d’estimo del 1514, resosi necessario dopo la perdita del prezioso archivio. Come risulta evidente dalla data del documento, la magistratura continua a raccogliere le notifiche dei nuovi proprietari fino alla redecima successiva, che avverrà nel 1537. I due soci, «alemanni» e quindi forestieri, si dichiarano proprietari di una casetta al piano terra nella contrada di Santa Giustina, dalla quale un tempo percepivano un reddito, affittandola. Tuttavia, a seguito di un incendio, la casa risulta ora in rovina e inutilizzabile.
Le dichiarazioni venivano conservate nell’archivio dei Dieci savi suddivise per parrocchia di residenza dei proprietari: Belzer e Feler abitano dunque nella contrada di San Bortolamio, dove ha sede la chiesa di riferimento della nazione tedesca a Venezia.
Le condizioni di decima rese dai cittadini forestieri ci restituiscono l’immagine di una città multietnica, in grado di attrarre con le opportunità di commercio uomini da tutta Europa. Si tratta certamente di un dato sottostimato poiché relativo ai soli possidenti, ma proprio per questo significativo per le dinamiche di integrazione degli stranieri nel tessuto sociale ed economico della città.
AE
Biblio.: Canal 1908; Guida generale 1994, IV, pp. 904-943; Santoro - Bortoluzzi 2018, pp. 163-168.
